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Less can be more: simulatori low-cost in ginecologia e ostetricia 

Panajota Papa
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L’alta fedeltà e il realismo nelle simulazioni mediche, nonostante siano importanti, hanno portato ad un aumento dei costi che rappresenta una barriera di accesso, specialmente in ambienti con meno risorse. In questo articolo vengono esplorati esempi di simulatori a basso costo in ginecologia e ostetricia, i quali dimostrano l’efficacia dell’apprendimento anche senza l’utilizzo di tecnologie avanzate

In simulazione si parla sempre più spesso di alta fedeltà, realismo e immersività. Questo però sta facendo perdere di vista il fine ultimo della simulazione in medicina: agevolare l’apprendimento di studenti ed operatori sanitari. Infatti, i prezzi di vendita e manutenzione dei simulatori sono diventati sempre maggiori, impossibilitando le strutture con meno risorse a restare al passo con una tecnologia in costante sviluppo. Ciò potrebbe causare una disparità tra università e centri di simulazione, che si rifletterebbe sulle competenze degli operatori sanitari. 

In questo articolo sono riportati alcuni simulatori a basso costo utilizzati in ginecologia e ostetricia, che si dimostrano strumenti validi nonostante la bassa fedeltà e la mancanza di componenti elettroniche. Abbiamo scelto di analizzare il caso della ginecologia e ostetricia per due motivi: in primis perché questa disciplina risente particolarmente delle differenze di budget tra paesi, centri e strutture ospedaliere. Inoltre, una formazione adeguata di tutto il personale sanitario coinvolto durante il parto porterebbe ad una riduzione della mortalità materno-neonatale, che è un obiettivo chiave dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sottoscritta dai paesi membri dell’ONU. 

Partendo dalle soluzioni proposte dall’azienda norvegese Laerdal, esistono diverse opzioni a costo contenuto, tra cui Mama Birthie e Mama Natalie. Si tratta di sistemi indossabili per il training di parto naturale e complicanze durante il travaglio, quali distocia di spalla o parto podalico, realizzati con materiali facilmente reperibili come plastica, gomma e tessuto, che hanno un costo inferiore ai 2000 euro per pezzo. Mama Birthie permette l’annessione di un modulo aggiuntivo per il parto cesareo, mentre Mama Natalie prevede anche componenti per la gestione di complicazioni post-parto, come l’atonia uterina. 

Un’altra alternativa ancora più economica sono i Parto Pants, sviluppati dall’associazione no-profit Pronto International e venduti a 500 dollari. Si tratta di un paio di pantaloni da chirurgo modificati manualmente tramite dei tagli a cui vengono cucite delle strutture, per lo più in cotone e materiali elastici, per simulare tutte le aree anatomiche coinvolte. In questo modo è anche possibile inserire una placenta collegata a una bambola rappresentante il neonato. Per simulare la nascita i pantaloni vengono indossati da un attore che spinge la bambola, posizionata sotto ai vestiti, attraverso il canale del parto. Dato che l’attore ha il pieno controllo della posizione e della velocità con cui esce la bambola, è possibile ricreare complicazioni dovute al mal posizionamento del neonato. Inoltre, per aumentare il realismo, si può utilizzare una sacca contenente sangue finto per simulare situazioni di emergenza. 

Oltre a sistemi commerciali, esistono molte invenzioni “fatte in casa” che, utilizzando oggetti facilmente reperibili, permettono di apprendere tecniche specifiche. Un esempio è il Papaya Workshop, un’iniziativa del Bixby Center for Global Reproductive Health, dell’Università della California, che prevede l’utilizzo di una papaya per insegnare procedure intrauterine. La papaya, infatti, fornisce una buona rappresentazione dell’anatomia interna dell’utero per la sua forma, grandezza e granulosità. Il workshop permette di insegnare ad eseguire correttamente le procedure di esaminazione bimanuale, l’inserimento di dispositivi intrauterini e l’aspirazione manuale uterina per la gestione dell’interruzione di gravidanza volontaria o spontanea. Questo training è stato integrato nel curriculum dell’università di San Francisco nel 2003 e da allora continua ad essere utilizzato, anche con variazioni come il Pitaya Workshop, dell’organizzazione TEACH, dove viene utilizzato il frutto del drago per poter simulare un’emorragia a seguito di una perdita di gravidanza. La costruzione e l’uso di simulatori a basso costo per la gestione delle emergenze ostetriche sono state trattate durante lo scorso congresso SIMMED tenutosi a Genova dal Dr. Claudio Crescini e Massimo Cordone, che hanno mostrato come modelli semplici possano risultare estremamente efficaci durante i corsi di formazione.

È riportato in diversi articoli che questi progetti low cost si dimostrano validi strumenti sia per l’apprendimento delle manovre che per l’allenamento delle capacità di comunicazione, oltre che ad aumentare il livello di sicurezza nello svolgimento delle procedure. Questo evidenzia che non sono sempre necessari strumenti molto avanzati per il training medico ed è quindi possibile formare un personale sanitario efficiente anche in paesi con poche risorse.

Fonti:

papayaworkshop.org

www.innovating-education.org/2018/10/teach-simulation-training/ 

Paul, M. and Nobel, K., 2005. Papaya: a simulation model for training in uterine aspiration. Fam Med 

Walker, D., et al. 2014. PRONTO low-tech obstetric simulation and team training in Mexico improves patient outcomes, and evidence-based care at birth. Obstetrics & Gynecology

DeStephano, C.C., et al. 2015. A randomized controlled trial of birth simulation for medical students. American journal of obstetrics and gynecology

Paul, M. and Nobel, K., 2005. Papaya: a simulation model for training in uterine aspiration. Fam Med

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1 comment on “Less can be more: simulatori low-cost in ginecologia e ostetricia ”

  1. Thank you to the authors. Note that it is not high-fidelity VS. low-fidelity. Training objectives and indeed budget determine what the best tool for the job is. What I missed in your article were target audiences and explicit training objectives. Other than that I appreciated reading it!

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