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Simulazione in Pediatria: crescere con l’innovazione

Luca Testa
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Alcuni esempi virtuosi di simulazione in pediatria proposti dagli studenti ingegneri del corso “Simulazione in medicina” dell’Università di Genova

“La pediatria è una branca della medicina che si occupa dello sviluppo fisiologico e della cura delle malattie dei soggetti in età evolutiva”, definisce così la disciplina pediatrica il dizionario Treccani. La pediatria è quindi quel ramo della medicina che si pone come obiettivo quello di curare, studiare e, qualora possibile, prevedere condizioni croniche, stati patologici ed emergenziali di pazienti minorenni: si tratta in tutto e per tutto di una medicina in miniatura. Le criticità che vanno affrontate sono tutt’altro che banali. Infatti, a differenza di altre discipline, il pediatra si occupa della cura dell’intera persona, di un paziente in continuo mutamento, e raramente può basarsi su trattamenti specifici e consolidati della medicina per adulti, in quanto non sempre rappresentano una soluzione adatta e necessitano di diverse rivisitazioni. È proprio in queste sottigliezze che si inserisce la simulazione che, grazie alla sua versatilità, diviene strumento necessario alla formazione, garantendo un ambiente sicuro in cui preparare adeguatamente i pediatri, affinché possano affinare le proprie abilità, aumentando la qualità delle cure fornite.

La simulazione in pediatria è tutt’oggi in fase di sviluppo e solo recentemente sta mostrando una propensione verso simulazioni di casi particolari e tecniche innovative di divulgazione ed insegnamento. Il Meyer Health Campus, esempio virtuoso di simulazione pediatrica in Italia, fornisce una vasta gamma di eventi e corsi di simulazione pediatrica di diverso tipo, come la simulazione di urgenze neuropsichiatriche in pediatria, o workshop come il POCUS – pediatric Point Of Care Ultrasound. 

Durante il corso in Simulazione in medicina, insegnamento del corso di laurea triennale in Ingegneria Biomedica presso l’Università degli Studi di Genova, tenuto dalla Prof.ssa Serena Ricci, abbiamo potuto approfondire alcune interessanti sperimentazioni di simulazioni in chirurgia pediatrica come il caso della separazione dei gemelli congiunti, intervento particolarmente raro, nonché delicato, e la risoluzione chirurgica della labiopalatoschisi (nota come labbro leporino), intervento di chirurgia plastica compiuto nel primo anno di vita del bambino. 

Riguardo ai gemelli congiunti, nel 2013, presso il Children’s Hospital di Philadelphia, è stata creata una simulazione ad alta fedeltà dell’intervento di separazione al fine di preparare tutto il personale che sarebbe intervenuto durante l’intervento. Al fine di aumentare il realismo, è stato creato un manichino ad-hoc. Più recentemente, presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma, è stato sviluppato un modello anatomico di gemelli congiunti, al fine di facilitare la pianificazione dell’intervento di separazione. La complessa anatomia è stata replicata con tecniche di stampa 3D in seguito a segmentazione che permette di estrarre e identificare strutture o regioni specifiche da immagini diagnostiche. In fase di modellazione e stampa 3D, le strutture più delicate, quali vasi sanguigni, sono state differenziate utilizzando colori diversi.

Parlando del labbro leporino, è interessante citare due soluzioni: un simulatore aptico sviluppato circa 20 anni fa presso l’università di Stanford, e SIMPeds Cleft Trainer, simulatore a media fedeltà sviluppato presso il Boston Children’s Hospital. Il primo combina un software ad un dispositivo aptico, al fine di ricreare la sensazione tattile e quindi allenare le abilità manuali, con particolare enfasi sulla precisione di taglio e sutura. Grazie ad un algoritmo, il software fornisce una valutazione attraverso un sistema di punteggio in funzione del tempo di esecuzione e della validità dei punti scelti per effettuare le incisioni. Il secondo, invece, è un modello fisico di testa di bambino che, grazie alla fedeltà di tessuti e ossa, mostra un’adeguata resistenza al taglio, e permette di allenare le skill manuali in un ambiente realistico.

Questi due esempi mostrano quanto la simulazione in pediatria necessiti di soluzioni nuove, specifiche e spesso tecnologicamente avanzate. Tuttavia, il futuro di questa disciplina, va ricercato non solo nel progresso tecnologico, ma anche nella diffusione e nella portabilità delle simulazioni, che devono essere fruibili ovunque, anche laddove non si ha disponibilità di spazi o in paesi in via di sviluppo. In questo modo crescerà l’interazione della comunità sanitaria con la simulazione, dando vita a studi di efficacia che riconosceranno sempre più la simulazione come strumento utile e ottenendo quindi fondi e visibilità che ne permetteranno l’ulteriore progresso.


Bibliografia

  • Inserra, Alessandro, et al. “Advanced 3D “Modeling” and “Printing” for the surgical planning of a successful case of thoraco-omphalopagus conjoined twins separation.” Frontiers in Physiology 2020
  • Rogers-Vizena, Carolyn R., et al. “A new paradigm in cleft lip procedural excellence: creation and preliminary digital validation of a lifelike simulator.” Plastic and Reconstructive Surgery 2018
  • Schendel, Stephen, et al. “A surgical simulator for planning and performing repair of cleft lips.” Journal of Cranio-Maxillofacial Surgery 2005
  • Simpao, Allan F., et al. “From simulation to separation surgery: a tale of two twins.” Anesthesiology 2014

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