Dirigere un Centro di Simulazione? Stefano Sironi ce lo spiega

Redazione SIMZINE
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Dopo un debriefer, un tecnico e una psicologa, adesso è arrivato il momento di conoscere chi gestisce tutto il sistema, il direttore del Centro SIM. Abbiamo intervistato Stefano Sironi, responsabile dell’International Research & Teaching Center di AREU

Stefano Sironi

Responsabile dell’International Research & Teaching Center di AREU

La prima domanda è ovviamente sempre questa: come ti sei avvicinato alla simulazione?

Wow..!! che bella domanda..;-) In realtà nel 2010 approdai in AREU, con il mandato (molto generico) di occuparmi della formazione degli operatori sanitari. Già mi occupavo da più di un decennio di formazione e anche simulazione a bassa-media fedeltà per la gestione del Trauma, delle emergenze mediche, ecc.. insomma.. le solite cose dei 118isti!!  Dopo solo un paio di mesi mi proposero di partecipare alla Consensus Conference sulla Simulazione a Bologna, organizzata dai Guru (con la “G” maiuscola) della Formazione Italiana, nomi e professionisti molto importanti per me che ero piccolo piccolo. Da quell’incontro con molti professionisti, iniziai ad innamorarmi di quell’ambiente e fantasticare sulla possibilità di poter lavorare con la simulazione in Lombardia, nell’ambito dell’emergenza urgenza, in maniera un po’ più strutturata.. contestualmente iniziai a studiare, frequentare e interessarmi di simulazione e di come poterla utilizzare ai fini di una formazione efficace.. Infatti, inizialmente rimasi molto affascinato da tutta la tecnologia che girava attorno a questo mondo, ma ben presto capii che era solo un aspetto e che non era certo tutto lì.. ed è stato amore a prima…”Svista”!!

In qualità di Direttore, come gestisci i team multidisciplinari che afferiscono al Centro?

Attualmente la Struttura IR&TeC (International Research & Teaching Center) di AREU, conta un team di 14 persone, me compreso. Nel team, a tempo pieno, ci sono formatori clinici (infermieri di provenienza dall’area critica, ancora in attività per una parte del loro tempo), personale amministrativo, tecnico, soccorritori ed educatori professionali. Da circa 10 anni, inoltre, la Struttura coordina 3 gruppi di lavoro permanenti (tavoli tecnici regionali) per la formazione dei professionisti medici e infermieri, oltre che dei soccorritori, svolgendo una supervisione per la definizione dei fabbisogni formativi e la progettazione dei nuovi eventi. Formiamo poi, a specifico Progetto, dei team multidisciplinari estemporanei che si confrontano, condividono, studiano e propongono soluzioni, coinvolgendo molto spesso anche Psicologi, pedagoghi, esperti di vari ambiti a seconda della necessità. Attualmente il nostro Centro conta circa 170 formatori di varie discipline e professionalità, più circa 70 consulenti dell’Albo Formatori esterni.

La simulazione, in questo momento, sta crescendo anche in Italia. Quali sono le figure professionali più richieste? Chi vorresti nel suo Centro?

Sicuramente un problema molto sentito dalla maggior parte dei Centri di Simulazione è quello della gestione della tecnologia, a 360°. Sono molto ricercati i Tecnici specialisti di simulazione con esperienza e che possano dare un contributo continuativo al Centro. Non solo ovviamente per la tecnologia, ma anche per la soluzione di una serie di situazioni che la simulazione, in genere, si porta con sé. Essendo una figura molto specifica per una realtà di Pubblica Amministrazione come la nostra, si ha difficoltà ad inquadrarla contrattualmente e a convincere la Direzione Strategica della necessità indiscutibile della sua presenza. Ma siamo sulla strada giusta. Altra figura che nei prossimi anni prenderà piede nell’ambito, giustamente, è quella dello psicologo di simulazione che, a mio parere, ha un’opportunità incredibile per crescere e per portare un contributo notevole, in modo strutturato e competente. Ci stiamo lavorando. Ovviamente, altre figure molto importanti per un Centro di Simulazione (CdS) a mio parere, sono gli “Istruttori/Facilitatori in simulazione” stessi che necessitano di formazione specifica e continua, i debriefer, gli esperti in formazione per la specifica progettazione che permetta di andare al target degli obiettivi che ci si pone.

Cosa vorresti leggere in un curriculum inviato per il tuo Centro? E In un colloquio di lavoro cosa richiedi? 

Sicuramente è necessario avere una base di cultura e di studi specifica, come per esempio tecnici/ingegneri biomedici, studi in ambito di pedagogia dell’apprendimento, ecc… ma non è certo solo questo! Molto importante è l’esperienza fatta e se non ci fosse (credo moltissimo nei giovani che hanno voglia di fare e di proporre) o fosse limitata, quello che cerco di capire nei colloqui  di lavoro – di qualsiasi genere e per qualsiasi figura che deve entrare nel mio team – sono le attitudini, le passioni, gli hobby, lo sport, quanto potrebbe dare al gruppo multidisciplinare, in che modalità. Devono essere persone solari ma soprattutto appassionate, curiose, che abbiano voglia di mettersi in gioco, sempre  e comunque. Siano amministrativi, tecnici, clinici, psicologi o altro. Ecco, questo cerco di capire in un colloquio. Spesso, infatti, i ragazzi che intervisto (in genere mai da solo, ma con chi del mio team potrebbe essere interessato),  rimangono un po’ disorientati per il fatto che sono quasi più interessato a questi aspetti, anziché indagare se sanno usare excel, ppt o che abbiano competenze super tecno-specifiche.

Entriamo nel vivo del tuo lavoro adesso. Ci descrivi una giornata tipo di un Direttore di un Centro? E ci dici anche qual’è la cosa più difficile che deve fare un Direttore, a tuo parere?

Ecco … la mia giornata … appunto … nota dolente.. 

Sveglia alle 6.15, a parte quando vado a correre che in genere mi porta a puntare molto prima il cellulare. In genere arrivo in Struttura verso le 7.15-7.30, per trovare almeno 1 ora al mattino per leggere documenti, fare relazioni, impostare progetti, leggere la posta, per poi essere fagocitato dalla quotidianità e dalle mille riunioni con il team, con la Direzione Strategica (che peraltro si trova presso altra sede in centro a Milano), con i vari stakeholder, ecc. Ad inizio mattina, all’apertura delle attività, mi piace comunque trovare il tempo (qualche minuto) per fare il giro dei vari Corsi che stanno iniziando (ormai viaggiamo ad una media di 4-5 corsi al giorno e molto spesso anche il sabato e la domenica), salutare i formatori, fare due chiacchere e rimanere comunque ancorato alle problematiche della base, di chi porta avanti nella pratica quotidiana la formazione stessa (in simulazione e non). Poi la giornata vola tra incontri, riunioni, firme, reingegnerizzazione dei processi, seguire i cantieri di ristrutturazione della Struttura che abbiamo da circa 1 anno (e per i prossimi 2!).

Non ultimo, nella mia giornata, spesso dalla metà del pomeriggio fino a sera ci sono una serie di incombenze, peraltro anche piacevoli, di vari tavoli di lavoro nazionali o regionali, Società scientifiche di cui faccio parte, gruppi di lavoro che hanno come partenza la mia attività di Direttore, ma non solo, gli ambiti della Professione, il Ministero della Salute, Regione Lombardia, ecc.

La sera, poi, mentre vado a casa, in genere non esco dalla Struttura prima delle 20, cerco di fare il punto con me stesso su come sia andata la giornata, con il rammarico, spesso, di non aver dato sufficiente tempo ai ragazzi del mio Team, o di aver gestito troppo in fretta una situazione o un’altra.. amo però cucinare, la sera anche se tardi e poi…. “game over” fino al mattino, se non mi hanno infilato qualche videocall!

La Simulazione ha diverse modalità di applicazione, dall’alta fedeltà alla realtà virtuale. Hai una modalità che preferisci? Per quale motivo?

Sicuramente l’alta fedeltà è necessaria. Ma ultimamente mi interessa/intriga molto la realtà immersiva e la realtà virtuale, al servizio di un approccio all’apprendimento più dinamico, nuovo e stimolante, seppur consapevole dei limiti che può avere.

Quale è il progetto che ti ha dato più soddisfazioni? Hai altri progetti in anteprima da svelarci?

Molte soddisfazioni, in ambito di Simulazione, le stiamo avendo dall’utilizzo dell’appartamento (completo di tutti gli ambienti domestici veri e propri) che abbiamo allestito presso il nostro Centro, in quanto permette a tutti gli operatori del soccorso dei vari livelli, di affrontare scenari molto verosimili (avanzati e di base), con limitazione e disagio di spazi reali. Cerchiamo di utilizzarlo sia in scenari medici, traumatici (p. es. traumatologia domestica), ostetrici. I discenti sono sempre molto contenti di operare in queste condizioni e poi poter affidare il/i paziente/i alla Shock-Room del Pronto Soccorso e/o alla Sala Parto che si trovano, in realtà, a poca distanza.

Altri tre Progetti importanti che stiamo sviluppando, riguardano:

1. L’allestimento di un piccolo ospedale in simulazione (Progetto “Hospital-Sim” con 2 camere di degenza + piccola regia, 1 sala visita/colloqui, 1 sala medicazioni, 1 centralina e una sala polifunzionale). 

2. L’allestimento di una Sala Operativa, con 8-10 postazioni, per la formazione in Simulazione delle varie figure di Operatori Tecnici (NEA 116.117, NUE 112, Soccorso sanitario 118). La particolarità di questa Sala Operativa è che si potranno utilizzare tutti i gestionali informatici e telefonici realmente utilizzati, ma in forma di simulatori. Tale Sala Operativa in simulazione, potrà essere utilizzata in caso di eventi maggiori/maxi emergenze/calamità, anche come vera sala operativa connessa e collegata con le altre Sale Operative regionali reali. 

3. Il “Centro di Estricazione” (dai veicoli) civile e sportiva, per l’addestramento dei team sanitari che si occupano di estrarre i pazienti dai veicoli incidentati, con tecniche adeguate a seconda della posizione e della tipologia delle auto stesse (ribaltamento, sul fianco, auto normali, sportive, F1, ecc..). 

E adesso l’ultima domanda, quella “alla Marzullo”. Chiudi occhi e immagina di trovare la lampada di Aladino, ovviamente la strofini e il genio, che viene fuori, ti offre di esaudire 3 desideri per il tuo Centro. Cosa chiederesti?

Uuuhhhhh, bellissima domanda, che mi farebbe spaziare e anche divertire con la fantasia.. ma cercherò di rimanere con i piedi per terra ben saldi:

1. Farlo diventare un Centro di formazione a disposizione di tutti gli Operatori sanitari, a tutti livelli e per buona parte delle Aziende Ospedaliere, IRCCS, ATS, Agenzie varie della Regione. Luogo che possa operare 7 gg su 7, almeno 12 ore al giorno e riuscire anche ad occuparsi di Ricerca e sviluppo delle tecnologie e delle tecniche di apprendimento legate a questo ambito

2. Dare un assetto più stabile al Team di IR&TeCSim-AREU e avere quindi almeno 1 tecnologo e 2 due tecnici di simulazione con esperienza, potenziare il team work del back-office e poter incrementare la formazione degli istruttori in simulazione.

3. Fondi per ultimare il 2° e ultimo piano “fuori terra” della Struttura (1950 mq sono quelli al Piano Rialzato già funzionanti) e portare, a questo punto, la tecnostruttura che si possa dedicare a far funzionare il Centro… Dici che chiedo troppo???

Non lo so, ti risponderà il genio. Al momento ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato.

Alla prossima!

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