Comitato scientifico SIMMED22
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Keynote Speakers
Rita Erica Fioravanzo
Perché la simulazione dovrebbe diventare strumento essenziale per la formazione dei professionisti della salute?
La simulazione consente alla mente di chi apprende di imparare le competenze tecniche della professione in una modalità unica ed estremamente vantaggiosa sia per il sistema cognitivo, sia per quello mnestico. L’apprendimento in simulazione funziona come un “vaccino cognitivo” e, così come il vaccino crea una memoria immunologica che di fronte al contatto con un antigene ne “ricorda” il precedente contatto avuto attraverso il vaccino e quindi riesce a reagire con maggiore prontezza ed efficacia, così la simulazione crea una Memoria Simulata dell’atto clinico che il cervello può immediatamente ed efficientemente utilizzare quando si trova di fronte alla situazione reale.
Specialista in Psicologia Clinica e Psicoterapia, in Psicotraumatologia e in Traumaterapia con un dottorato all’Univ. di Ulm sulla ricerca empirica applicata alla valutazione dei risultati in psicoterapia. Presidente e Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (IEP). Direttrice di due master, docente alla Scuola di Studi Superiori Sant’Anna di Pisa, all’Univ. di Urbino e in numerose Scuole di Specializzazione universitarie.
Per saperne di più visita www.psicotraumatologia.org.
Come exPresidente del SESAM, qual è lo stato della simulazione in Europa?
La simulazione ha il potenziale per facilitare l’erogazione di cure sicure e incentrate sul paziente da parte di un personale sanitario competente e sicuro di sé. Per realizzare questa visione dobbiamo creare una comunità interprofessionale sostenibile in tutta Europa che si sforzi di far progredire la conoscenza, migliorare la qualità e promuovere l’accesso alla simulazione sanitaria. Per raggiungere questo obiettivo, ciascuna organizzazione sanitaria deve essere supportata nello sviluppo di un’infrastruttura di simulazione locale. Purtroppo, ci sono ancora molte strutture sanitarie in tutta Europa che non hanno capacità di simulazione. È nostro dovere, come comunità di simulazione europea, sostenerli e guidarli per raggiungere questo obiettivo.
Specialista in terapia intensiva pediatrica presso il Bristol Children’s Hospital. Dal 2004 è stato attivamente coinvolto nella formazione in simulazioni e nella leadership a livello istituzionale, regionale, nazionale e internazionale. Il suo obiettivo è stato quello di creare infrastrutture di simulazione locali e sostenibili che migliorino la sicurezza dei pazienti e la qualità dell’erogazione dell’assistenza sanitaria. Tutto questo attraverso l’integrazione di iniziative di simulazione interprofessionale multidisciplinare a livello universitario e post-laurea incentrate sull’ottimizzazione delle prestazioni degli operatori sanitari, nonché dei team e dei sistemi in cui lavorano.
David Grant
I migliori abstract
Utilizzo di risorse digitali aperte nella progettazione partecipata della simulazione: il caso del 118 di Piacenza
F. Monaco
L’utilizzo di risorse open source per la didattica e la formazione in simulazione, ha permesso di agevolare i processi di progettazione, produzione ed erogazione di un sito web bootstrap che raccoglie la dimostrazione di scenari realizzabili con fotografie panoramiche di ambulanza, automedica e del tunnel mobile di decontaminazione NBCR per persone. Le foto sono state scattate presso la rimessa del 118 di Piacenza che ha dato il permesso di licenziare le foto come creative commons. Il sito https://vr118pc.github.io/ permette di visualizzare, scaricare e riutilizzare tutte le immagini. Utile come kit per docenti e formatori, il materiale è stato utilizzato per la progettazione sperimentale di moduli e-Learning da parte di studenti dell’alta formazione in Area critica del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’ateneo parmense, ma anche in occasione della Notte dei ricercatori. L’utilizzo di plugin per tour virtuali permette di progettare e realizzare scenari digitali di simulazione con minime conoscenze tecniche.
MR STEVE: simulatore di realtà mista per la gestione del trauma
M. Coduri, E. Grasso, A. Calandrino, M. Chessa, M. Casadio, S. Ricci
Il trauma è un’emergenza comune che richiede cure immediate, per questo motivo una formazione adeguata è fondamentale. Un modo possibile per addestrare e valutare le capacità degli operatori sanitari coinvolti nella gestione del trauma è l’uso di simulatori, che forniscono un’esperienza realistica in modo controllato e ripetibile. Negli ultimi anni, tecnologie come la Realtà Virtuale (VR) hanno suscitato maggiore interesse nella formazione medica; tuttavia, una delle sue principali limitazioni è la mancanza di un feedback aptico realistico che può influenzare l’apprendimento. Per superare questo limite abbiamo implementato MR STEVE (Mixed Reality Simulator of Traumatic EVEnts), un sistema che combina un manichino ad alta fedeltà, un setup VR, un’applicazione fruibile sia da monitor che utilizzando il visore VR e dei sensori per valutare in tempo reale le prestazioni dei discenti. Il mondo reale e quello virtuale sono sovrapposti affinché il discente possa operare sul manichino essendo immerso in uno scenario realistico.
“Soft-skills: What’s up”. Giocando s’impara
M. Bernardini, A. Zamboni
L’idea del corso è nata da una conversazione a tre con Michela Bernardini e Marina De’ Medici (Formatrici presso SIMNOVA, Novara).
Il tema: le Soft-skills, (oppure CRM-skills… ma anche Non-Technical skills… o se preferite Abilità Non-Tecniche). Tante sigle per dire che non è importante solo quello che si fa, ma anche il come lo si fa ed altrettanto importanti sono i pensieri (schemi mentali e attitudini personali) che guidano le nostre azioni.
Specialmente per chi lavora in team.
I nostri obiettivi della giornata sono stati:
- introdurre i partecipanti all’osservazione dei «comportamenti in team» attraverso attività semplici;
- sollecitare una discussione post-attività (debriefing) guidandoli opportunamente.
I partecipanti (davvero molto partecipanti!) provenivano da diverse realtà cliniche e con differenti livelli di esperienza.
Le Soft-skills (o Abilità Non-Tecniche) non sono doti «naturali»! Tutti possiamo allenarci a mettere in pratica queste vere e proprie competenze cognitive e relazionali con una formazione dedicata.
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