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La simulazione per prevenire il trauma psicologico nel preospedaliero

Alessandra Pucci
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NAEMT-Italia promuove un corso in simulazione per alleviare le ferite psicologiche che si potrebbero sviluppare nei pazienti durante un’emergenza medica

Contenuto redatto in collaborazione con NAEMT-Italia

Il trauma psicologico

Il trauma psicologico è uno stato di “shock” mentale, che può essere vissuto dalla vittima, dai familiari, dai testimoni e anche dai soccorritori. È un problema misconosciuto o comunque sottovalutato, di sicuro non adeguatamente affrontato.

I soccorritori preospedalieri sono in una posizione ottimale per prevenire o ridurre al minimo i traumi psicologici nei loro pazienti, le cui conseguenze possono essere debilitanti. Le ferite fisiche guariscono, quelle psicologiche possono rimanere per sempre. Gli effetti dei traumi psicologici, inoltre, si estendono alla cerchia famigliare, lavorativa e spesso anche alla società in cui vive. I soccorritori devono inizialmente concentrarsi sulle problematiche immediate del paziente ma, appena stabilizzato il quadro clinico, bisogna occuparsi delle “ferite nascoste” associate allo stress traumatico conseguente all’evento. Inoltre dobbiamo sempre ricordare che

forse un soccorritore non si ricorderà più del volto del paziente che ha soccorso ma il volto e le parole del soccorritore rimarranno scolpite indelebilmente nella memoria del paziente soccorso. 

Alcune variabili, come la gravità del trauma, le precedenti esperienze traumatiche e i disturbi mentali preesistenti, sono al di fuori del controllo umano. Tuttavia, la ricerca ha suggerito che due importanti fattori protettivi, il supporto sociale percepito (empatia) e il controllo percepito della propria situazione (indicato come la gestione dell’autoefficacia), possono in teoria essere facilitati da personale addestrato al supporto psicologico.

Il Corso Psychological Trauma in EMS Patients

Nato nel 2010, dall’idea di un gruppo di medici, infermieri e paramedici del sistema di soccorso preospedaliero del LaGuardia Community College di New York City, supportati da specialisti in traumi psicologici affiliati al Trauma Studies Center of the Institute for Contemporary Psychotherapy, il Corso PTEP, introdotto in Italia da NAEMT-Italia, è un programma didattico della durata di 8 ore che si svolge in presenza e che pone una particolare attenzione ai risvolti psicologici del soccorso in emergenza, sia dal punto di vista della vittima che dal punto di vista dei soccorritori. Lo scopo è fornire agli operatori del soccorso le risposte di cui hanno bisogno per aiutare ad alleviare quelle ferite psicologiche dovute a paura intensa, stress e dolore, che si potrebbero sviluppare nei pazienti durante un’emergenza medica non gestita in maniera corretta anche dal punto di vista psicologico.

Il PTEP fornisce le basi per un primo approccio alla comprensione dei traumi psicologici, illustra il loro impatto a breve e a lungo termine sulla mente e sul corpo, ponendo particolare attenzione ai segnali che un soccorritore deve saper riconoscere su quei pazienti che stanno soffrendo un estremo disagio psicologico. 

Il corso si svolge attraverso lezioni frontali basate su casi gestiti interattivamente con la classe, sfruttando le Critical Thinking Station, dove piccoli gruppi di partecipanti affrontano scenari significativi, adottando le tecniche di base insegnate e il ragionamento critico quale arma per risolvere al meglio il caso proposto. Altre attività didattiche sono le Skill Station Integrate e la visione di filmati dedicati, che consentono di sviluppare ed applicare al meglio le tecniche insegnate.

Scenari Simulati

Gli scenari che gli studenti sono tenuti ad affrontare prevedono l’utilizzo di pazienti simulati, addestrati a recitare un ruolo e a reagire, seguendo un canovaccio predeterminato, ai vari stimoli provenienti dagli studenti. La valenza dell’utilizzo di persone, in questo tipo di corso, risiede quindi non solo nell’attitudine dell’attore di provare più volte le scene in modo da garantire una rappresentazione precisa e realistica ma anche, e direi soprattutto, nella loro capacità di non limitarsi e di poter spingere l’acceleratore interpretativo accettando la paura, il disagio, l’insicurezza, insomma, tutti i sentimenti che lo studente si trova ad esternare. 

Nessun manichino di simulazione avanzata può concorrere, attualmente, a rappresentare tali reazioni e sentimenti, aspetto fondamentale in questo tipo di interpretazione necessaria per questa attività, che si sviluppa e lavora prevalentemente sulla parte emozionale. Gli scenari vengono preparati preventivamente e vengono elaborate e studiate tutte le varie simulazioni degli stati emotivi attesi, in modo da assicurarsi una risposta da parte dei discenti il più veritiera possibile.

Chi può partecipare al corso?

Il PTEP è rivolto a qualsiasi figura coinvolta in situazioni di emergenza, dai sanitari, come medici e infermieri, ai soccorritori di base ma anche ad ogni altra figura tecnica del soccorso (Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, ecc.).

Conclusioni

Non ci sarà mai un momento migliore per iniziare a mediare il trauma psicologico di quando si incontra per la prima volta il paziente. Ogni soccorritore deve sempre vedere il paziente non più solo come un nuovo «caso» da trattare, ma come una persona con un «bisogno emotivo» a cui prestare particolari attenzioni fin da subito.

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Alberto Adduci
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Alberto Adduci

Anestesista Rianimatore / Education Coordinator NAEMT in Italia View all Posts

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