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30 Anni di Laerdal Italia

Redazione SIMZINE
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Intervistiamo Novella Callero, Country Manager di Laerdal Italia, in occasione del 30° anniversario dell’azienda. Durante la chiacchierata, Novella ci racconta come è nata la divisione italiana di uno dei principali produttori nel campo della simulazione e quali sono stati i primi progetti realizzati sul territorio, per poi spostare lo sguardo verso il presente e futuro. 

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Fondata nel 1994, Laerdal Italia continua a svolgere un ruolo chiave nell’evoluzione della formazione medica, contribuendo in modo significativo alla qualità dell’assistenza sanitaria italiana.

Abbiamo tentato di ricostruire le tappe storiche della società attraverso una chiacchierata con Novella Callero, Country Manager di Laerdal Italia.

SZ: Novella, ci aiuti a percorrere le tappe salienti di Laerdal in Italia?

I colleghi che hanno assistito alla fondazione di Laerdal in Italia si emozionano sempre quando racconto del progetto chiamato Public Access Defibrilation Chain (acronomico PAD Chain) che si proponeva di introdurre in Italia la defibrillazione precoce sul territorio, mettendo in correlazione diverse entità dalle istituzioni al sistema dell’emergenza 118. Se oggi si parla di catena della sopravvivenza come un dato acquisito è anche grazie all’impegno pionieristico di Laerdal nel promuovere attivamente progetti come questo, che attivamente permise l’implementazione di oltre 5900 defibrillatori e conseguente piano formativo.

SZ: Caspita! Di che anni stiamo parlando?

Stiamo parlando degli anni novanta. Nel 1994 c’è stata la trasformazione da Distributore a Filiale di Laerdal. Nello stesso anno, a Sirolo, con sede temporanea presso l’ospedale di Lancisi, nasce l’Italian Resuscitation Council, I.R.C. il cui atto di nomina è incorniciato in Laerdal a testimonianza dell’attenzione da sempre rivolta al supporto e collaborazione con le società scientifiche. Nel 1998 e nel 1999 si stringono altre due collaborazioni importanti con la Società dell’Emergenza Urgenza – SIMEU e con la società dei Cardiologi Ospedalieri – ANMCO.

SZ: Ma tu quando sei entrata in Laerdal?

Io sono entrata in Laerdal a fine 2010 ed ho esordito assistendo alla Consensus Conference di Roma, sulla ‘High fidelity simulation: the gold standard for medical education’ organizzata da Laerdal col patrocinio di IRC e la supervisione scientifica di Erga Cerchiari, Alessandro Barelli, Marcus Rall, Vinay NadKarni, Paolo Biban. Un evento senza precedenti per la portata scientifica e per il coinvolgimento di tutti gli esperti di simulazione nazionale e internazionale di quegli anni. Ebbi l’impressione – confermata poi in diverse altre occasioni – del ruolo di Laerdal, ossia un’azienda capace di connettere l’Italia all’Europa e al mondo grazie alla nostra dimensione internazionale, alle numerose esperienze e collaborazioni in tutti i paesi. Mi piace pensare che siamo dei facilitatori e propulsori di nuove idee, progetti e buone pratiche.

SZ: Cos’era questa Consensus Conference?

Si trattava del tentativo di definire un percorso di evoluzione e disseminazione che portasse ad una condivisione intersocietaria della simulazione come fondamentale in tutti i processi di formazione in sanità. Credo che questo sia un bisogno attuale anche al giorno d’oggi; non per mancanze di quel tavolo tecnico, ma perchè le società cambiano, assieme alle persone e ai bisogni e diventa fisiologico prevedere dei periodici appuntamenti di riallineamento tra gruppi di lavoro appartenenti a società scientifiche differenti o ad ambienti diversi. Se non ricordo male anche la Commissione sulla Formazione in Simulazione che si è costituita nel 2021 ha finalità affini a quelle che si proponeva la Consensus Conference.

SZ: Facciamo un fast forward ai giorni nostri, quali sono state le attività recenti che Laerdal ha supportato?

Potrei parlare per ore, ma ci sono alcune recenti esperienze che meritano un’evidenza particolare. Mi riferisco alla partnership grazie alla quale si è realizzata la prima Master Class in Debriefing Strategico, con la presenza del professor Nardone che ha introdotto le basi del Dialogo Strategico e la trasposizione di questo nel contesto del Debriefing post-simulazione curato dal Giorgio Capogna e Pier Luigi Ingrassia. La presentazione durante il congresso SIMMED delle risultanze in pillole del progetto Safety2020, di cui siamo partner a fianco all’Università di Foggia, con la Professoressa Cinnella e la Professoressa Mirabella alla guida di questo Erasmus Plus. E’ stata un’esperienza straordinariamente formativa seppur impegnativa, basti pensare che tra gli esperti della Simulazione era presente Peter Dieckmann.

E poi l’esperienza della Sim-Excape Room fatta durante il congresso della Siaarti. Sono particolarmente orgogliosa di questa esperienza perché oltre ad essere la prima nel suo genere, ci ha regalato momenti di lavoro assieme a persone straordinarie umanamente e professionalmente come Stefania Brusa, che ha coordinato il gruppo di istruttori sui contenuti clinici dell’attività didattica svolta. E poi l’incontro con eroi quotidiani come una “prof” dell’Aldini Valeriani di Bologna che, oltre a investire molte energie nel centro I.R.C. di formazione permanente alla RCP presente nell’istituto, con noi ha partecipato ad un’iniziativa in Piazza L. Dalla, voluta dall’Assessore del Navile, dedicata alla popolazione o meglio ai giovani e giovanissimi del quartiere.

SZ: Come avete intenzione di celebrare questo trentennale?

Abbiamo deciso di celebrare questo anniversario non con un evento unico, ma attraverso una pluralità di eventi, progetti. Fedeli alla nostra natura che da sempre ci vede presenti in ambiti diversi ci muoveremo a tutto campo, da iniziative sulla rianimazione che sostengono ancora una volta la cultura RCP precoce sul territorio a iniziative sulla simulazione medica avanzata con attenzione ai bisogni della sanità di oggi.

SZ: Ci sembra di capire che non vuoi anticipare nulla…?!

Diciamo che spero che ci seguiate durante l’anno, evento per evento tramite SIMZINE, Social e quant’altro.

SZ: Allora quali novità accompagneranno le celebrazioni del 2024?

Presenteremo all’IMSH MamaAnne® e la nuova gamma di simulatori per la gestione dell’emergenza ostetrica; si parlerà della collaborazione con SimX per la realtà virtuale e con Limbs and Things per la realtà aumentata; verranno presentate le nuove features per quanto riguarda SimCapture, inteso non solo come sistema audio-video ma come piattaforma per la gestione della formazione/apprendimento in simulazione… e poi tanti nuovi servizi, ad esempio KnowledgeHub, per facilitare la gestione dei centri di simulazione e per portare la simulazione “chiavi in mano” all’interno dei piani formativi delle organizzazioni sanitarie.

SZ: Quindi le novità non mancheranno!

Sì, infatti la tecnologia evolve rapidamente anche nell’ambito della simulazione, molto più di quanto non accadesse 10 anni fa. Noi continuiamo ad abbracciare l’innovazione tecnologica avendo chiaro l’obiettivo e il fine ultimo. Guidati da valori quali Focus on Impact faremo del nostro meglio per fornire soluzioni avanzate che, con rinnovata attenzione alla sostenibilità economica, contribuiscano a migliorare la formazione medica, al fine di garantire un più alto impatto sulle competenze degli operatori sanitari e quindi sulla clinica e sui pazienti.

SZ: Grazie, crediamo che questo aiuti a capire meglio l’unicità della vostra mission: Helping Save Lives.

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