L’assistenza alle vittime di violenza sessuale: l’esperienza pilota dell’ASL Roma1

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Scopri come l’ASL Roma 1 utilizza la simulazione di violenza sulle donne nel pronto soccorso ostetrico-ginecologico per migliorare l’assistenza alle vittime. Questa esperienza pilota sottolinea l’importanza della formazione basata sulla simulazione per preparare i professionisti sanitari ad affrontare con competenza e sensibilità casi di violenza sessuale. Un approccio innovativo che mira a ridurre l’impatto della violenza di genere e a offrire un sostegno efficace alle donne in situazioni di emergenza.

In collaborazione con: Anna Troiano (1), Alessandra Zannetti (1), Cristina Schirra (1), Maria Concetta Mazzeo (2), Iolanda Rinaldi (3), Maria Giovanna Colella (1), Paolo Gastaldi (1).

  1. Dipartimento della Salute della Donna e Fisiopatologia delle Riproduzione, ASL Roma 1
  2. UOC Formazione e Sviluppo delle Competenze, ASL Roma 1
  3. Ordine delle Ostetriche di Roma e Provincia

La violenza sulle donne: un fenomeno endemico e dilagante

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riferisce che, a livello globale, circa un terzo di tutte le donne ha subito violenza fisica o sessuale da parte del partner o di altri nel corso della propria vita. Questi atti di violenza sono i principali responsabili di tutta una serie di problemi di salute che le donne devono affrontare, quali ad esempio lesioni fisiche, gravidanze indesiderate, problemi ginecologici e infezioni trasmesse per via sessuale, tra cui l’HIV (WHO, 2021). In Italia i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT, 2023) informano che il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza e, di queste, il 21% violenza sessuale. Un fenomeno endemico e dilagante. La normativa emanata negli ultimi anni mira a rafforzare un approccio di sistema integrando gli interventi non in emergenza, affidati al territorio, e gli interventi in emergenza, ad appannaggio dell’ospedale e in particolare del pronto soccorso. Un sistema complesso che prevede la segnalazione e documentazione a livello nazionale ma che non può prescindere dall’assistenza alla singola donna in accordo con le linee guida nazionali per il soccorso alle vittime di violenza del 24 novembre 2017 (DPCM 2017). La gestione della donna vittima di violenza sessuale in emergenza è un percorso articolato e delicato, per i risvolti psicologici, emotivi, clinici e giudiziari in relazione alla corretta raccolta delle tracce biologiche e del materiale fotografico a supporto, nonché della valutazione del rischio di “revittimizzazione”. Ai sensi delle linee guida nazionali del 2017, ogni pronto soccorso deve essere in grado di garantire la corretta assistenza alle donne vittime di violenza. Le citate Linee Guida, all’allegato inerente la formazione professionale, raccomandano una strategia integrata e prevedono di avvalersi anche della simulazione di casi clinici. La simulazione gioca, quindi, un ruolo rilevante non solo nell’acquisizione ma anche nel mantenimento delle conoscenze e delle competenze dei professionisti. In assenza di realtà che utilizzino soluzioni organizzative come team dedicati o case manager, qualunque professionista in turno potrebbe trovarsi a dover gestire una donna vittima di un episodio di violenza, avendo solo conoscenze teoriche e senza aver mai lavorato in affiancamento ad un collega più esperto. In questo contesto è stato proposto un percorso formativo per la gestione della vittima di violenza sessuale in pronto soccorso mediante simulazione.

Efficacia della Simulazione nella Prevenzione e Gestione della Violenza sulle Donne 

La simulazione è una risorsa strategica per l’assistenza in pronto soccorso alla donna vittima di violenza sessuale. Nel 2021 Polonko I. pubblica un articolo su IJoHS in cui descrive l’uso della simulazione con pazienti simulati nella formazione dei team sanitari multiprofessionali di gestione delle pazienti vittime di violenza. In particolare, i risultati dimostrano l’efficacia della metodologia nel ridurre l’ansia del personale in training e nel migliorare l’assistenza. Sempre lo stesso anno Pinar G (2021) pubblica un articolo in cui dimostra che incorporare la simulazione in un’ampia iniziativa di screening della violenza domestica (DV) è una strategia efficace per la prevenzione della DV, raccomandando che la formazione continua basata sulla simulazione dovrebbe essere adottata come pratica standard nelle cliniche sanitarie.

Simulazione nella Formazione sulla Violenza sulle Donne: il Caso dell’ASL Roma 1

L’iniziativa formativa da noi realizzata è stata preceduta da una giornata di confronto fra debriefers e facilitatori per progettare gli scenari. Lo strumento Sim Scenario Canvas è stato utilizzato per la progettazione e lo sviluppo degli scenari di simulazione facilitando la collaborazione tra professionisti diversi nell’applicazione della procedura aziendale, oggetto della giornata formativa.

La giornata di formazione è iniziata con un momento di discussione plenaria in cui sono stati condivisi i concetti teorici sull’argomento e in cui sono state riviste le fasi dell’accoglienza della donna vittima di violenza sessuale in pronto soccorso ostetrico-ginecologico, identificando i punti di forza e di debolezza della procedura. Dopo avere familiarizzato con l’ambiente di simulazione, i discenti sono stati esposti ad uno scenario clinico di simulazione di equipe con paziente standardizzato, ossia un’attrice opportunamente addestrata. Lo scenario ha permesso ai discenti di vivere una situazione realistica e di mettere in gioco le proprie conoscenze tecniche e le abilità comunicative sia con la vittima che all’interno del team. È stato inoltre applicato lo scambio di ruolo professionale per migliorare la consapevolezza del ruolo dei colleghi, delle loro priorità e del loro modo di agire. Nel debriefing, che ha seguito lo scenario, i discenti hanno riflettuto sulle loro azioni ed emozioni, stimolando la consapevolezza sulle loro conoscenze e abilità e sugli aspetti da approfondire e migliorare. In particolare è emersa la necessità di sviluppare strategie comunicative adeguate alla gestione di questo tipo di pazienti e controllare le ricadute emozionali, in relazione al rapporto con la vittima. Il contatto visivo, la vicinanza, il tono della voce, l’accoglienza, la necessità di dedicare tempo sono stati aspetti vissuti nell’esperienza di simulazione e successivamente condivisi ed ampliati nella fase di riflessione critica. La scelta dello scambio di ruoli attribuito ai partecipanti durante lo scenario è stata particolarmente apprezzata: “interpretare un ruolo professionale differente da quello reale mi ha offerto la possibilità di vivere lo scenario di simulazione da una prospettiva diversa, vedendo le cose da un’altra angolazione e facendo delle interessanti scoperte.” riferisce uno dei discenti.

L’evento è proseguito con un’esperienza di simulazione in zona 1, secondo il modello delle SIMZONES. I discenti hanno sperimentato in un ambiente controllato abilità prettamente tecniche e procedurali, simulando la repertazione di indumenti, materiale biologico, immagini fotografiche, compresa la modalità di realizzazione ed invio della “catena di custodia” sotto la supervisione dei facilitatori.

L’evento si è concluso con una discussione in plenaria ed una riflessione sul tema della giornata di lavoro. Tra le varie proposte raccolte è emerso anche quella di modificare la sequenza delle attività di simulazione, facendo precedere la simulazione in zona 1 allo scenario clinico (zona 2).

Risultati e Feedback 

La valutazione dell’apprendimento è stata attuata utilizzando test pre e post formazione, secondo il modello di Kirkpatrick (livello 2). I partecipanti e gli uditori hanno fornito il 74% e il 97,4% di risposte corrette rispettivamente al pre e al post-test, dimostrando un significativo miglioramento delle conoscenze in linea con le aspettative. 

Il livello di coinvolgimento e di soddisfazione dei discenti è stato molto elevato, questo dato è stato confermato dalle valutazioni dell’esito della qualità percepita in relazione a: rilevanza dell’argomento trattato, qualità del programma ed utilità dell’evento. I discenti hanno espresso l’interesse a ripetere l’esperienza al fine di acquisire maggiore sicurezza e conoscenza. 

In considerazione dei risultati della prima edizione è stato sviluppato un percorso formativo a partire dal 2024 al fine di garantire una sistematica formazione degli operatori per l’acquisizione, il miglioramento ed il mantenimento delle conoscenze per la gestione delle donne vittime di violenza sessuale in pronto soccorso ostetrico-ginecologico.

Bibliografia

World Health Organization (2021). Violence against women. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/violence-against-women

Istituto Nazionale di Statistica (2023). Il numero delle vittime e le forme della violenza. https://www.istat.it/it/violenza-sulle-donne/il-fenomeno/violenza-dentro-e-fuori-la-famiglia/numero-delle-vittime-e-forme-di-violenza

Decreto Del Presidente Del Consiglio Dei Ministri del 24 novembre 2017. Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza. (18A00520) (GU Serie Generale n.24 del 30-01-2018). https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2018/01/30/24/sg/pdf

Polonko, I. ( 2021). Use of Live Patient Simulation to Train Providers on Sexual Assault Response. International Journal of Healthcare Simulation.1 (Supplement 1).

Pinar, G. (2021) The Role of Simulation-Based Education for Domestic Violence Management. Creative Education, 12, 2852-2862.

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Luciana Moschettini
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Luciana Moschettini

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