Simulare una missione su Marte

Francesco Sepioni
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Come sperimentare una missione su Marte attraverso una simulazione fuori dall’ordinario raccontata da un medico esploratore

Nel cuore dell’Antartide, il polo Sud, è presente la stazione Italo-Francese “Concordia”: il posto più inaccessibile e isolato del mondo dove non ci sono animali, piante, e dove neanche i batteri riescono a sopravvivere. Un luogo difficile e inospitale dove il sole scompare dal cielo per quattro mesi all’anno, le temperature raggiungono -80°C e il vento arriva a soffiare ad una velocità di 300 km/h. Il panorama è costituito solo da infinite distese di bianchissima neve e ghiaccio accecante.

La stazione simula fedelmente sia dal punto di vista fisico che psichico, relazionale e ambientale quello che i futuri astronauti troveranno su di una navicella spaziale in viaggio, per molti mesi, verso Marte.

Nel cuore dell’Antartide, il polo Sud, è presente la stazione Italo-Francese “Concordia”: il posto più inaccessibile e isolato del mondo…

L’Agenzia Spaziale Europea studia il personale presente nella struttura, tramite analisi biochimiche, strumentali e la redazione di questionari per capire come l’essere umano si adatta, reagisce e si comporta ad un ambiente così estremo.
Queste sono le condizioni ambientali più simili a quelle di tipo “extraterrestre”, così da poter pianificare al meglio una futura missione su Marte. 

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Ho avuto l’onore e il privilegio di partecipare, in qualità di medico, alla 36° spedizione Italiana in Antartide dopo aver ottenuto il certificato d’idoneità antartica all’Istituto di Medicina Aerospaziale di Roma, sperimentando su me stesso gli effetti di un ambiente così ostile simulando una missione su Marte. Durante la mia permanenza alla base ho potuto rilevare: stanchezza, nausea, amnesie, difficoltà respiratoria e di concentrazione per diverse settimane dato che si ha circa il 35 % di ossigeno in meno rispetto a quello che si rileva al livello del mare. Insonnia e apnee notturne provocate dall’alterazione sonno-veglia aggravate dall’altitudine che aumenta il metabolismo dell’organismo. Una pessima qualità del sonno a causa della secchezza delle fauci e dalla presenza di piccole lesioni a livello della mucosa nasale per micro sanguinamenti determinati dalle basse temperature e dalla secchezza dell’aria. Nel tempo, questo comporta sul corpo umano irritabilità, stanchezza e deficit di memoria. 

Archivio Fotografico Università Sapienza di Roma

Disidratazione della cute, originata dall’eccessivo freddo e dalla siccità dell’aria. Secchezza e/o bruciore dei bulbi oculari, provocato dal basso tasso di umidità. Lenta cicatrizzazione delle ferite a causa dell’altitudine.

Alterazione del sistema immunitario e stress provocati dall’isolamento a cui si è sottoposti per mesi.

Ho vissuto anche la mancanza di privacy dovuta agli ambienti ristretti e spazi comuni che espone alla possibilità di conflitti interpersonali determinati da numerose e varie motivazioni, quali le rivalità sentimentali, la lotta per la leadership, le antipatie e le gelosie di turno con relativa depressione del soggetto, unico e insostituibile nel suo ruolo all’interno della base.

E infine ho sperimentato alterazioni dell’umore per la presenza di 8 mesi di buio e 4 mesi di luce continua.

Il personale che affronta per più tempo un ambiente simile ha bisogno necessariamente di uno spirito di gruppo spiccato, una mente determinata e una notevole forza interiore volta al sacrificio insieme ad una grande capacità di autocontrollo. 

La stazione Concordia è solo una delle numerose missioni di simulazione su Marte gestite dalle agenzie spaziali mondiali e dalle diverse organizzazioni. 

La Concordia è principalmente un avamposto di ricerca scientifica, quindi le sue operazioni non sempre corrispondono alle procedure di una missione spaziale. Ad esempio, non esiste un finto “controllo missione” comandato e coordinato da lontano e la missione non è strutturata attorno alla linea temporale di viaggio da e verso Marte. Qui si conducono studi fisiologici e psicologici per mostrare come gli individui e il gruppo funzionano sotto lo stress e in condizioni di isolamento simulando cosa si può incontrare in una missione su Marte.

Ho raccolto vissuti, esperienze e immagini di questa simulazione fuori dall’ordinario in un libro dal titolo Missione Antartide – 67 giorni tra neve, ghiaccio ed emozioni  (Tau editrice).

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