Collaborazione, sostegno e impegno incrollabile

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Celebriamo le donne nella simulazione sanitaria! Il nostro caporedattore Pier Luigi Ingrassia presenta come SIMZINE onora la Giornata internazionale della donna

Ogni anno, l’8 marzo, il mondo si riunisce per celebrare la Giornata internazionale della donna, un’occasione globale per riconoscere i risultati sociali, economici, culturali e politici delle donne. È anche un momento per riflettere sulla continua lotta per l’uguaglianza di genere e per rinnovare il nostro impegno a creare una società più inclusiva ed equa. Noi di SIMZINE crediamo che la narrazione sia un potente catalizzatore di cambiamento. Condividendo le esperienze e i successi delle donne nel nostro campo, speriamo di ispirare conversazioni e azioni significative che portino a un mondo più giusto ed equo, riconoscendo al contempo l’importanza fondamentale della diversità, dell’equità e dell’inclusione (DEI). In queste pagine troverà articoli che mettono in mostra i diversi talenti e competenze delle donne nella simulazione sanitaria.

Cominciamo dalla copertina. La copertina di questo numero rende omaggio ad Artemisia Gentileschi, un’artista pioniera del XVII secolo che sfidò i vincoli del suo tempo. Nonostante abbia dovuto affrontare sfide immense, tra cui un’esperienza traumatica di violenza e un processo profondamente ingiusto, la Gentileschi perseverò, ritagliandosi uno spazio nel mondo dell’arte dominato dagli uomini. Oggi è celebrata non solo come pittrice magistrale, ma anche come icona dell’emancipazione femminile. Il suo percorso rispecchia le lotte e i trionfi di innumerevoli donne nella storia, quelle che hanno combattuto contro le barriere sistemiche, sfidato le norme sociali e aperto la strada alle generazioni future.

Continuiamo con un po’ di storia. Recentemente mi sono imbattuto nella storia di Angélique du Coudray, un’ostetrica del XVIII secolo che rivoluzionò l’educazione al parto. Il suo uso innovativo di un manichino a grandezza naturale per formare le ostetriche ha salvato innumerevoli vite, creando un precedente per l’apprendimento basato sulla simulazione che continua ancora oggi. Ed è proprio questo che Raffaela Ferrara descrive nel suo articolo, in cui spiega come l’uso di un simulatore ostetrico non solo garantisca un’adeguata preparazione tecnica, ma anche empatica, consentendo di rispettare le esigenze delle donne durante il parto.

E ora arriviamo ai giorni nostri. Il volto SIM di questo numero è la professoressa Doris Østergaard, un’anestesista che ha dedicato la sua carriera al miglioramento dell’educazione sanitaria attraverso la formazione basata sulla simulazione. La sua leadership presso la Copenhagen Academy for Medical Education and Simulation (CAMES) ha aperto la strada a approcci innovativi nella formazione medica, influenzando le politiche e le pratiche di sicurezza dei pazienti in tutto il mondo. Il suo viaggio e le sue intuizioni sono una lettura obbligata.  

Questo numero riconosce anche le sfide e i successi che le donne (e tutti i simulazionisti) affrontano nella ricerca. Mentre l’avvincente articolo di Giulia Mormando, Pensavo che la simulazione fosse solo un gioco, finché non ha influenzato le linee guida internazionali, illustra come i risultati della ricerca sulla simulazione possano tradursi in miglioramenti reali nella cura dei pazienti, l’articolo Superare l’intimidazione tra pari nella cultura della ricerca sottolinea l’importanza di promuovere un ambiente collaborativo e di supporto in cui siano valorizzate diverse prospettive. L’intimidazione tra pari, come discusso da Syretta Spears e Jennifer Roye, può soffocare l’innovazione e scoraggiare il discorso aperto, ostacolando il progresso della scienza. Promuovendo il tutoraggio, il feedback costruttivo e meccanismi di segnalazione chiari, possiamo creare un panorama di ricerca più inclusivo ed equo in cui tutte le voci possano essere ascoltate.

Sono anche entusiasta di riportare il dibattito SIM in questo numero, con due illustri relatori: la professoressa Cristina Diaz-Navarro, dal Galles, e Méryl Paquay, dal Belgio. La loro discussione sul debriefing clinico fa luce sulle sfide culturali e logistiche nella sicurezza dei pazienti ed esplora le strategie per integrare il debriefing strutturato nella pratica sanitaria.

Sebbene questo numero si concentri principalmente sulla simulazione della sanità umana, è importante riconoscere il ruolo crescente della simulazione nella medicina veterinaria. Nel suo articolo, Ewlyn Figueroa evidenzia il crescente utilizzo delle piattaforme virtuali nella medicina veterinaria, sottolineando l’ampia applicabilità della simulazione in tutte le discipline sanitarie e il potenziale per la collaborazione interdisciplinare.

Mentre riflettiamo sui risultati ottenuti dalle donne nella simulazione e non solo, vogliamo sensibilizzare sul tema DEI (diversity, equity and inclusion) nell’educazione sanitaria. Questo argomento è al centro dell’articolo E se la sanità vietasse la diversità, l’equità e l’inclusione (DEI)? Questo editoriale stimolante ci sfida a considerare le potenziali conseguenze della limitazione delle iniziative DEI nella sanità e nell’educazione sanitaria, sottolineando l’importanza di creare ambienti inclusivi in cui tutti gli individui possano prosperare e contribuire con le loro prospettive uniche.

Concludo con una domanda per tutti: come possiamo utilizzare la simulazione non solo come strumento per la formazione tecnica, ma anche per promuovere una mentalità inclusiva e abbattere le barriere? La risposta sta nella collaborazione, nella difesa e nell’impegno incrollabile. Guardando al futuro, dobbiamo continuare a sfidare gli stereotipi di genere e i pregiudizi DEI nella simulazione sanitaria. Ciò richiede uno sforzo collettivo da parte di individui, istituzioni e organizzazioni per creare una cultura dell’inclusione e del rispetto.

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Pier Luigi Ingrassia
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Pier Luigi Ingrassia

Centro di Simulazione (CeSi), Centro Professionale Sociosanitario Lugano View all Posts

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