Dalla terapia intensiva all’innovazione: il percorso pionieristico di Guillaume Decormeille

Redazione SIMZINE
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Cosa succede quando un infermiere di terapia intensiva scopre la passione per l’istruzione, la ricerca e l’innovazione digitale? Se sei Guillaume Decormeille, la risposta è: costruisci una carriera unica nel campo della simulazione sanitaria che unisce il mondo clinico, accademico e industriale. Nell’ultimo episodio di Sim Move, il primo podcast in lingua francese dedicato alla simulazione in ambito sanitario, Guillaume condivide la sua straordinaria storia con il conduttore Fouad Marhar: una storia davvero incredibile.

Un’esclusiva SIMZINE basata sull’intervista podcast SIM Moove con Guillaume Decormeille

In questo nuovo episodio di Sim Move, il conduttore del podcast Fouad Marhar incontra Guillaume Decormeille, infermiere di terapia intensiva, educatore, ricercatore e pioniere della simulazione, il cui percorso professionale ha saputo fondere perfettamente esperienza clinica, rigore accademico e innovazione. Attraverso una conversazione vivace, Guillaume racconta i suoi primi passi nella simulazione, il suo percorso unico attraverso la terapia intensiva e le scienze cognitive e la sua determinazione a dare vita agli strumenti di apprendimento digitale. Questo episodio offre molto più di una biografia: è una roadmap avvincente per i professionisti sanitari che cercano di innovare attraverso la simulazione, la ricerca e la collaborazione interdisciplinare.

L’inizio fortuito

Come molti professionisti della simulazione, Guillaume non ha iniziato la sua carriera in un centro di simulazione. Ha iniziato al capezzale dei pazienti, come infermiere di terapia intensiva all’ospedale universitario di Tolosa. Il suo primo contatto con la simulazione non è avvenuto attraverso un reclutamento formale, ma grazie a una conoscenza personale: l’anestesista Elodie Brunel. “Mi disse: ‘Il tuo profilo sarebbe perfetto per la simulazione’”, ricorda Guillaume. Quel suggerimento lo portò a Fouad e ben presto, nel 2011, si ritrovò a lavorare nel centro di simulazione appena creato a Tolosa.

Ciò che seguì fu un periodo di rapida crescita. Le sessioni settimanali di formazione interna sulla simulazione divennero la norma. Il centro si espanse, arrivarono nuovi colleghi e Guillaume si ritrovò parte di una fiorente comunità di simulazione.

Radici cliniche, ala accademica

Uno dei motivi per cui la storia di Guillaume spicca è la perfetta integrazione tra la sua pratica clinica e lo sviluppo accademico. Anche mentre lavorava in terapia intensiva, è rimasto profondamente coinvolto in reti professionali come la Società Francese di Terapia Intensiva (SRLF) e la Società Francese di Anestesia e Rianimazione (SFAR).

Contemporaneamente, Guillaume ha proseguito gli studi superiori, conseguendo un master in Scienze dell’educazione, dove ha iniziato a concentrarsi non solo sull’insegnamento, ma anche su come gli studenti imparano effettivamente. Questa ricerca lo ha portato direttamente nel mondo della psicologia cognitiva e delle scienze dell’apprendimento.

“Volevo capire come gli studenti costruiscono la conoscenza”, spiega. Questa curiosità lo ha portato a intraprendere un dottorato di ricerca in scienze cognitive, un campo che, come lui stesso ammette, all’epoca gli era completamente estraneo.

Il potere della collaborazione interdisciplinare

Uno dei punti di forza principali di Guillaume è il suo talento nel costruire ponti tra comunità diverse. Dai centri di simulazione ai laboratori di ricerca, dagli ospedali alle università, dalle unità cliniche ai partner industriali, ha sempre trovato il modo di mettere in contatto persone, idee e istituzioni.

Un esempio perfetto è la sua collaborazione con il Laboratorio di Psicologia Cognitiva dell’Università Jean-Jaurès di Tolosa. “Sébastien Carraz aveva già aperto le porte alle scienze dell’educazione”, osserva Guillaume. “Ho deciso di costruirne di nuove con le scienze cognitive”. Grazie a questa partnership, gli studenti hanno iniziato a lavorare con i chirurghi sulle tecniche di sutura, integrando simulazione, ricerca e insegnamento in modi innovativi.

Innovazione alimentata dalla determinazione

Ma l’ambizione da sola non basta a pagare le bollette. Per finanziare la sua ricerca di dottorato, Guillaume ha ottenuto un accordo CIFRE, un’iniziativa francese unica nel suo genere che consente ai dottorandi di lavorare in un’azienda mentre svolgono la ricerca. Ammette candidamente di non aver mai sentito parlare del programma prima di una conversazione casuale con Monique Rothan-Tondeur, una delle figure di spicco delle scienze infermieristiche in Francia. Il suo consiglio? “Perché non fai domanda per un CIFRE?”

Quel suggerimento si è rivelato determinante. Guillaume è diventato uno dei pochi, se non il primo, infermiere di terapia intensiva in Francia ad ottenere un contratto di dottorato CIFRE. Con il finanziamento assicurato e il progetto approvato, la sua attenzione si è spostata sul modo in cui gli studenti interagiscono con gli ambienti di simulazione digitale. Non voleva semplicemente utilizzare i simulatori, voleva capire cosa li rendesse efficaci.

Tra il mondo accademico e l’industria

La vita professionale di Guillaume lo ha portato anche nel mondo dell’industria sanitaria. Mentre alcuni potrebbero vedere il settore industriale come lontano dall’istruzione o dall’assistenza clinica, Guillaume lo ha accolto come un altro ambito in cui avere un impatto. Ai suoi occhi, lavorare con le aziende significava avere la possibilità di influenzare il modo in cui gli strumenti di simulazione vengono progettati, implementati e valutati.

Questa fase della sua carriera ha approfondito la sua comprensione dello sviluppo dei prodotti e gli ha fornito una visione di come le esigenze degli utenti potrebbero (e dovrebbero) plasmare l’innovazione tecnologica. “Lavorare nell’industria mi ha dato una visione strategica”, spiega. “Non sei più solo l’utente finale, ma contribuisci a progettare l’esperienza”.

Un sostenitore della simulazione digitale

Una delle passioni più recenti di Guillaume è la simulazione digitale, in particolare gli strumenti virtuali e ibridi che consentono agli studenti di formarsi al di fuori dei contesti tradizionali. Egli ritiene che la simulazione debba andare oltre i manichini e i laboratori high-tech. “Dobbiamo democratizzare l’accesso”, afferma. “La tecnologia dovrebbe aiutarci a diffondere un’istruzione di qualità, non limitarla a poche istituzioni”.

Il suo lavoro si concentra ora su come gli studenti interagiscono con gli ambienti digitali, quali processi cognitivi vengono attivati e come i risultati dell’apprendimento possono essere ottimizzati attraverso una progettazione basata su dati concreti. Che si tratti di progettare giochi seri o di valutare moduli di simulazione online, Guillaume ha sempre in mente un obiettivo: un apprendimento significativo.

Un progetto per il futuro

Ciò che rende Guillaume de Cormeilles una figura di spicco nel campo della simulazione non è solo il suo percorso professionale, ma anche la chiarezza dei suoi obiettivi. Egli ritiene che la simulazione non sia solo una tecnica, ma una filosofia di apprendimento. Dovrebbe essere inclusiva, basata su prove concrete e sempre aperta alla trasformazione.

Ai giovani infermieri, educatori o ricercatori che si chiedono come possono contribuire alla simulazione, il messaggio di Guillaume è semplice: “Non aspettate il permesso. Iniziate da dove siete. Seguite la vostra curiosità. Costruite la vostra rete”.

È la prova vivente che un infermiere di terapia intensiva, spinto dalla passione e sostenuto da una comunità di collaboratori, può diventare un leader nazionale e internazionale nella formazione basata sulla simulazione.

Conclusione: più di una carriera, una vocazione

Mentre la conversazione in Sim Move volge al termine, non si può fare a meno di sentirsi ispirati dal percorso di Guillaume. È una storia di perseveranza, serendipità, collaborazione e profondo impegno per il progresso della formazione sanitaria. Il suo mix unico di esperienze, dall’assistenza al letto del paziente alla ricerca cognitiva, dalla formazione all’industria, offre una visione di ciò che può diventare la simulazione sanitaria: una forza potente, inclusiva e scientificamente fondata per il bene.

Se questo episodio ci insegna qualcosa, è che il futuro della simulazione non appartiene a una singola disciplina. Appartiene a coloro che hanno il coraggio di superare i confini e la curiosità di continuare a chiedersi come possiamo migliorare.

Conversazione completa disponibile in francese su SIM Moove

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