Nel mondo della formazione medica, la simulazione del paziente svolge un ruolo cruciale nella formazione degli operatori sanitari. Ma cosa succede quando gli attori professionisti si calano nei panni dei pazienti standardizzati? In questa interessante conversazione del podcast SIM Moove, Emilie Launay Bobillot, attrice esperta e simulatrice di pazienti, condivide il suo viaggio unico dal palcoscenico al laboratorio di simulazione. Discute le sfide tecniche ed emotive nel ritrarre i pazienti, il sottile equilibrio tra performance e autenticità e l’impatto della simulazione sia sugli studenti che sugli attori. Grazie alla sua esperienza, acquisiamo una comprensione più profonda del ruolo in evoluzione degli attori professionisti nella formazione medica.
Un’esclusiva SIMZINE basata sull’intervista podcast di SIM Moove con Emilie Launay Bobillot
Nel mondo della simulazione sanitaria, i pazienti standardizzati (PS) svolgono un ruolo cruciale nella formazione dei professionisti medici. Che siano chiamati pazienti standardizzati, pazienti simulati o partecipanti simulati, la loro presenza arricchisce l’esperienza di apprendimento, rendendo la formazione medica più coinvolgente ed efficace.
In questa puntata di SIM Moove, un podcast dedicato agli appassionati di simulazione francofoni, il conduttore Fouad Marhar incontra Emilie Launay Bobillot, un’esperta paziente standardizzata e attrice professionista. Attraverso questa discussione, Emilie offre una prospettiva unica sull’intersezione tra performance art e formazione medica, condividendo il suo percorso, le sue intuizioni e le sue sfide come PS.
Dal teatro alla simulazione sanitaria
Il viaggio di Emilie nel mondo della simulazione non è iniziato in un ospedale, ma sul palcoscenico. Formatasi presso la prestigiosa Haute École de Théâtre de Suisse-Romande di Losanna, ha intrapreso la carriera di attrice professionista, esibendosi in spettacoli di teatro classico e contemporaneo. Tuttavia, un annuncio di lavoro presso la sua scuola che invitava gli attori a partecipare alla simulazione sanitaria ha cambiato il corso della sua carriera.
La sua prima esperienza come PS ha riguardato la simulazione di diagnosi di cancro al seno per studenti infermieri. Ogni studente poteva scegliere lo stadio della diagnosi di cancro che voleva esercitarsi a comunicare e Emilie doveva passare da uno scenario all’altro senza soluzione di continuità. Questa intensa introduzione alla simulazione ha suscitato il suo interesse, dimostrando come le sue capacità teatrali potessero servire a uno scopo educativo superiore.
Le esigenze fisiche ed emotive dell’essere un PS
Uno degli aspetti più interessanti dell’esperienza di Emilie è la sua descrizione dell’intensità fisica richiesta per interpretare un paziente in modo convincente. “Recitare in una simulazione è come fare uno sprint”, spiega. A differenza della recitazione teatrale, che consente un graduale accumulo emotivo durante la durata di un’opera teatrale, i PS devono immergersi immediatamente in emozioni ad alta intensità e poi tornare rapidamente a uno stato neutro.
Nonostante simuli ripetutamente scenari angoscianti, Emilie insiste sul fatto che l’impatto su di lei è più fisico che psicologico. Fa una netta distinzione tra emozioni personali e recitazione professionale, sottolineando l’importanza del controllo tecnico nelle sue performance. Concentrandosi sul controllo del respiro, sulla postura e sulle tecniche vocali, crea ritratti realistici senza interiorizzare le narrazioni angoscianti.
Tuttavia, riconosce che i momenti successivi alla simulazione, come le conversazioni nella caffetteria dell’ospedale, a volte possono essere più impegnativi delle simulazioni stesse. “Le persone iniziano a parlarle come se fosse davvero il paziente”, osserva. “A volte, preferisco mangiare da sola dopo una sessione”.
Tecniche di recitazione e ruolo della formazione
La discussione tocca anche i diversi approcci alla recitazione nella simulazione. A differenza della metodologia di recitazione americana, che spesso richiede una profonda immersione emotiva, Emilie impiega tecniche radicate nel teatro fisico e nel distanziamento brechtiano. Crede che gli attori non debbano diventare completamente i loro personaggi, ma concentrarsi invece sull’esecuzione di una performance veritiera attraverso abilità accuratamente affinate.
La sua formazione come PS include la comprensione profonda degli scenari, la messa in discussione del realismo delle sceneggiature e la garanzia che le emozioni siano giustificate dal contesto. “Non sono un pulsante che si può premere per le emozioni”, insiste. Se una sceneggiatura richiede rabbia, si chiede: “Perché il personaggio è arrabbiato? Da dove viene l’emozione?” Questo approccio analitico garantisce che le simulazioni siano pedagogicamente efficaci piuttosto che spettacoli performativi.
Formare gli attori per la simulazione
Oltre al suo lavoro come PS, Emilie si occupa anche della formazione di altri attori per la simulazione medica. Collabora con Chantiers Nomades, un’organizzazione di formazione professionale per attori, per introdurli alle esigenze specifiche della simulazione sanitaria. Questa iniziativa, che si svolge presso il centro di simulazione ANSIM di Annecy, offre agli attori una formazione immersiva insieme a professionisti sanitari.
Durante il programma, gli attori si impegnano in giochi di ruolo con il personale medico, sperimentando una varietà di ambienti di simulazione, dall’educazione terapeutica alla risposta alle emergenze. La formazione culmina in una vera e propria sessione di simulazione medica, che consente ai partecipanti di mettere alla prova le competenze appena acquisite in un ambiente autentico.
È interessante notare che non tutti gli attori formati continuano a lavorare nella simulazione medica. Alcuni riportano le competenze apprese, in particolare quelle relative al realismo, all’improvvisazione e al coinvolgimento del pubblico, nel teatro tradizionale. Emilie osserva che lavorare nella simulazione ha influenzato in modo significativo il suo approccio alla recitazione, in particolare in termini di reattività e adattabilità.
Le considerazioni etiche del lavoro di PS
Un tema ricorrente nella conversazione è la responsabilità etica degli attori nella simulazione. Una preoccupazione fondamentale è garantire che gli attori si sentano a proprio agio con i ruoli che interpretano. Emilie sottolinea che gli attori dovrebbero avere il diritto di rifiutare determinati scenari senza temere di perdere opportunità.
“Se un attore ha vissuto un trauma personale simile allo scenario di simulazione, dovrebbe avere il diritto di rifiutare senza giustificazioni”, afferma. Un dialogo aperto e la flessibilità nella sceneggiatura possono aiutare a mitigare il potenziale disagio. Ad esempio, modificare il background del personaggio o alcuni dettagli può consentire a un attore di partecipare senza stress emotivo.
Inoltre, sottolinea l’importanza di un debriefing professionale. Anche se gli attori possono essere abili nel compartimentalizzare le proprie emozioni, il passaggio da una simulazione intensa alle interazioni nella vita reale può talvolta essere sconvolgente. Discussioni post-simulazione strutturate e attività di decompressione possono aiutare gli attori a elaborare efficacemente le loro esperienze.
Il futuro delle simulazioni nella formazione medica
Al termine della conversazione, Emilie riflette sull’evoluzione del ruolo delle simulazioni nella formazione medica. Riconosce che molte istituzioni si affidano ancora a volontari o a persone non addestrate per interpretare i ruoli dei pazienti. Sebbene questo approccio possa essere conveniente, sostiene che investire in attori addestrati migliora l’esperienza di apprendimento per i tirocinanti medici.
Sottolinea inoltre che la comunità dei PS potrebbe trarre vantaggio da reti professionali più forti e dal riconoscimento istituzionale. Integrando in modo più sistematico attori formati nei programmi di simulazione, gli educatori possono garantire che gli scenari rimangano di alta qualità e utili per gli studenti.
Conclusione
Le intuizioni di Emilie Bobiot evidenziano l’intricato equilibrio tra performance e pedagogia nella simulazione medica. Mentre l’educazione sanitaria continua ad abbracciare l’apprendimento immersivo, il ruolo dei PS rimane vitale nella preparazione dei professionisti per le interazioni con i pazienti nel mondo reale.
Per gli attori, lavorare nella simulazione offre l’opportunità di applicare il proprio mestiere in modo significativo e d’impatto. Per gli educatori, collaborare con PS qualificati garantisce che le simulazioni mediche non siano solo realistiche, ma anche emotivamente e pedagogicamente valide.
In definitiva, il successo della simulazione medica si basa su forti partnership tra educatori, professionisti sanitari e attori, ognuno dei quali apporta la propria esperienza per creare un’esperienza di apprendimento trasformativa.
Conversazione completa disponibile in francese su SIM Moove
LEGGI ANCHE