Da strumento di formazione a motore di ricerca scientifica: uno studio in simulazione ha dimostrato che le manovre salvavita restano efficaci anche con i dispositivi di protezione individuale. I risultati, pubblicati nel pieno della pandemia, sono stati citati nelle linee guida internazionali ILCOR, influenzando le pratiche di rianimazione cardiopolmonare. Una conferma che la simulazione non è solo addestramento, ma un laboratorio di ricerca per migliorare la sicurezza dei pazienti.
Nel 2018, durante gli ultimi mesi della mia specializzazione in Medicina d’Emergenza, stavo frequentando la Centrale Operativa di Venezia Mestre e guardavo fuori dalla finestra le macerie che il nucleo NBCR e USAR dei Vigili del Fuoco utilizzano per le loro esercitazioni. Avevo anche partecipato ad alcune loro esercitazioni di vestizione e svestizione e spostamento di barella con paziente. Erano piuttosto faticose e complesse le esercitazioni in palestra! Avevo molte domande: avevano fatto altre esercitazioni per altre procedure? Quali erano le procedure in un paziente in arresto cardiaco? Se fossi stata della squadra dei soccorsi avremmo avuto il tempo di svestirci e poi rianimarlo? Non era meglio stare vestiti e iniziare il massaggio? Ma quanto sarebbe stato faticoso? Quanto sarebbe stato efficace? E posizionare un accesso venoso?
Avevo condiviso tutte queste domande con colleghi e amici della centrale e della specializzazione. “Ma dai Giulia quando vuoi che succeda che ci vestiamo così per una emergenza biologica o chimica?” Altri invece la avevano preso sul serio le domande che mi ero posta ed avevamo inizato a programmare uno studio che rispondesse almeno in parte a questi dubbi. Ma come misurare l’efficacia di un massaggio cardiaco? Come misurare la tempistica di posizionamento di un accesso venoso, un accesso intraosseo o un drenaggio? O di un tourniquet?
E io, affezionata e entusiasta facilitatrice di simulazione, ho proposto di utilizzare i nostri simualtori in quanto provvisti di sensori per misurare la profondità e la velocità delle compresisoni toraciche, ma potevano rilevare anche la chiusura completa dell’arteria nel posizionamento del touniquet, ecc. Insomma finalmente i nostri simulatori risultavano utili anche per fare ricerca e non solo per il training del personale sanitario!
Abbiamo quindi letto le linee guida anche per gli studi randomizzati controllati in simulazione (Checklist: Simulation-based Research Extensions for the CONSORT Statement), preparato il protocollo, studiato nei minimi dettagli le giornate di simulazione e tra agosto e settembre 2019 abbiamo arruolato 36 partecipanti randomizzandoli nel gruppo di intervento e di controllo [procedure con vs senza (procedure con personal protective equipment (PPE)[procedures with vs without (procedures with personal protective equipment (PPE)]

La tabella 1 riporta le procedure svolte e le diverse modalità e i modelli di simulazione utilizzati
Stavamo scrivendo l’articolo quando è iniziata la pandemia COVID 19, e in quel momento ho pensato che quei PPE li stavamo usando davvero e che stavamo – purtroppo! – anche eseguendo tutte le procedure descritte nello studio- Per fortuna alcuni risultati del nostro lavoro di ricerca, almeno per quanto riguardava la rianimazione cardiopolmonare, ci confortavano. In particolare il fatto che la rianimazione cardiopolmonare poteva essere eseguita indossando i PPE senza comprometterne la qualità, mentre altri compiti che richiedevano una maggiore destrezza potevano essere significativamente compromessi dai PPE.
Finalmente dopo mesi di duro lavoro, anche in pandemia, con turni molto duri in Pronto Soccorso, siamo riusciti a pubblicare lo studio.
E poi…qualche mese fa ho ricevuto un sms. Uno dei tanti. Ma questo mi avvisava di una nuova citazione. Curiosa, ho guardato chi aveva citato il nostro articolo. Ebbena era la 2023 International Consensus on Cardiopulmonary Resuscitation and Emergency Cardiovascular Care Science With Treatment Recommendations: Summary From the Basic Life Support; Advanced Life Support; Pediatric Life Support; Neonatal Life Support; Education, Implementation, and Teams; and First Aid Task Forces. Che emozione! Ho pensato che le fatiche erano state ricompensate! Essere menzionato nei lavori dell’ILCOR significa che il tuo articolo sta davvero influenzando l’avanzamento scientifico e, di conseguenza, contribuendo al benessere dei pazienti! Mi sono sentita orgogliosa. Noi che, abbiamo studiato qualcosa che sembrava raro ma poi si è rivelato, ahimè, possibile e tremendo, ossia l’emergenza biologica del COVID 19. E anche orgogliosa della potenza della simulazione! La simulazione che ancora oggi molto spesso viene vista solo come uno strumento funzionale solo alla formazione e al training (se non come “gioco”, il “medico delle bambole” perche “bisogna salvarli sul serio i pazienti, non solo dilettarsi sui manichini!”). La simualazione che serve davvero, la simulazione che diventa un laboratorio per fare ricerca scientifica con il fine ultimo di migliorare la sicurezza del paziente!
LEGGI ANCHE