Il curriculum del Cardiac Surgery Simulation Consortium per l’addestramento del cardio chirurgo
Per la maggior parte della formazione chirurgica, compresa la formazione in chirurgia cardiotoracica, le competenze tecniche vengono insegnate ancora seguendo il modello dell’apprendistato, in cui i medici in formazione imparano in sala operatoria, eseguono parte o tutto l’intervento, compiono azioni reali su pazienti reali. Migliaia di eccellenti chirurghi sono stati addestrati in questo modo. Ma il metodo dell’apprenticeship oggi trova dei forti limiti: il tempo a disposizione per insegnare è ormai insufficiente, il contenuto della pratica dipende dal tipo di paziente e dall’intervento a cui è sottoposto, la pratica deliberata e distributiva delle singole abilità procedurali diventa impossibile e, in ultimo, risulta complesso addestrare sulla gestione degli eventi avversi. Eppure, tutti questi elementi sono essenziali per costruire un chirurgo esperto e “sicuro”.
Fino a qualche anno fa, c’erano poche alternative alla sola pratica in sala operatoria. Oggi però la simulazione permette di acquisire esperienza in maniera complementare alla sala e fuori dal contesto clinico. Spesso però viene ancora utilizzata con il solo obiettivo di fare pratica, di esercitarsi. Tuttavia, l’expertise si costruisce con una pratica ragionata, non semplicemente esercitandosi. Vuol dire esercitarsi focalizzandosi su quanto ancora non si sa fare e fare ancora meglio ciò che si sa fare bene. Insomma, costruire un percorso di esperienze basate sulla simulazione è cosa complessa e faticosa.
Il Cardiac Surgery Simulation Consortium, composto da 8 differenti istituzioni, fra cui la Johns Hopkins University, il Massachusetts General Hospital e la Mayo Clinic, dopo 3 anni di studio ha messo a punto un curriculum di simulazione per la chirurgia cardiotoracica e lo ha messo a disposizione della comunità accademica e scientifica. Il curriculum è composto da 6 moduli chirurgici: tre procedure di cardiochirurgia di base e tre importanti eventi avversi intraoperatori: (a1) bypass cardiopolmonare, (a2) chirurgia di bypass coronarico, (a3) sostituzione della valvola aortica, (b1) embolia gassosa massiva, (b2) dissezione aortica acuta intraoperatoria, (b3) improvviso deterioramento perioperatorio della funzione cardiaca. Per ogni sessione di simulazione di ciascun modulo, il curriculum prevede: (1) una panoramica della sessione, (2) i prerequisiti necessari, (3) le attrezzature e materiali indispensabili, (4) come la simulazione deve essere configurata, (5) lo svolgimento della simulazione e (6) gli strumenti di valutazione.
Il curriculum propone un simulatore specifico inventato in Giamaica nel 2001 da Ramphal P, Craven M e Coore D, chiamato University of the West Indies (UWI) Cardiac Surgery Simulator (UWICSS), ma noto semplicemente come The Ramphal Simulator. Si tratta di un dispositivo per l’addestramento dei cardiochirurghi su vari aspetti della chirurgia a cuore aperto. All’inizio di un tipico scenario di addestramento, il simulatore si presenta all’operatore come un cuore che batte in una cavità toracica aperta, un’aorta con pressione pulsatile e un monitor che mostra le tracce dell’ECG e altri parametri vitali che variano in sincronia con il movimento del cuore. Per ottenere questo risultato, il simulatore utilizza un cuore di maiale appositamente preparato, collegato a componenti controllati a un computer che regolano il battito cardiaco e il flusso ematico dentro e intorno al cuore.
Per saperne di più, scarica qui l’intero curriculum.
https://tsda.org/wp-content/uploads/2016/01/Cardiac-Surgery-Simulation-Curriculum-TSDA.pdf
E buona pratica!